2 giugno, Festa della Repubblica nel solco della Resistenza

Nella data del 2 giugno 1946 non si ricorda solo la nascita della Repubblica italiana attraverso il referendum, ma anche il voto per l’Assemblea Costituente e il voto delle donne per la prima volta in Italia.

Come noto i partiti antifascisti riuniti nel Comitato di Liberazione Nazionale, accantonarono durante i 20 mesi della lotta partigiana la questione istituzionale, concedendo la cosiddetta “tregua istituzionale” alla monarchia sabauda, rinviando la decisione sull’assetto istituzionale del nostro paese a Liberazione avvenuta.

La monarchia era stata corresponsabile con il fascismo fin dal suo sorgere, aveva approvato le leggi speciali e l’istaurazione della dittatura, aveva condiviso le guerre coloniali e l’entrata in guerra a fianco della Germania nazista, la promulgazione delle leggi razziali e la repressione degli antifascisti. Anche le vicende successive all’armistizio dell’8 settembre 1943, con la fuga del Re e dei vertici militari da Roma, che lasciarono le forze armate italiane allo sbando permettendo l’occupazione da parte dei Nazisti di gran parte dell’Italia, non fecero che aumentare il discredito nei confronti della monarchia

Nel Referendum del 2 giugno 1946 l’affluenza al voto fu altissima. i votanti furono quasi 25 milioni pari all’89,08%. I voti validi furono oltre 23milioni di questi oltre 12 milioni (pari al 54,27%) si espressero a favore della Repubblica, oltre 10 milioni (pari al 45,73%) a favore della Monarchia. Il voto mise in evidenza anche una spaccatura profonda, tra il Centro-Nord, dove si era combattuta la Resistenza a maggioranza repubblicana, ed il Sud a maggioranza monarchica. Il 18 giugno 1946 la Corte di Cassazione proclamò la nascita della Repubblica Italiana e l’Italia cessava di essere una monarchia.

Come ricordato il 2 giugno 1946 gli italiani votarono anche per l’Assemblea Costituente da eleggersi con sistema proporzionale. 556 furono gli eletti ma solo 21 furono le donne. Il risultato elettorale vide l’affermazione dei tre grandi partiti di massa: la Democrazia cristiana conquistava la maggioranza relativa dell’Assemblea (35,21%), mentre il Partito socialista e il Partito comunista raggiungevano insieme il 39,61%. I tre maggiori partiti ottennero complessivamente circa il 75% dei suffragi.

Tra le figure che animarono l’assemblea costituente vorremmo ricordare Umberto Terracini, deputato comunista, vicepresidente dell’Assemblea Costituente nel 1946, e presidente della stessa dopo le dimissioni di Giuseppe Saragat. Fu lui a firmare la Costituzione italiana insieme al Capo dello Stato Enrico De Nicola e al Presidente del Consiglio dei ministri Alcide De Gasperi. Lo ricordiamo non solo per i suoi grandi meriti e per la coerenza con cui trascorse i lunghi anni di carcere e di confino durante il ventennio fascista, ma anche per i rapporti che intrattenne con il nostro territorio; in particolare con Anita Pusterla e Battista Tettamanti, i due comaschi condannati nel cosiddetto Processone ai dirigenti del Partito comunista del 1928, recentemente ricordati dall’ANPI comasca con due video dedicati. Terracini intrattenne sempre rapporti di amicizia con Battista Tettamanti per cui scrisse, nel 1961 l’introduzione alla sua autobiografia.

Il 2 giugno 1946 votarono per la prima volta le donne, anche se in molte città molte lo avevano già fatto per le elezioni amministrative tra marzo e aprile dello stesso anno. Determinante per il diritto al voto delle donne fu la mobilitazione delle associazioni femminili a partire dall’UDI, l’Unione donne italiane, ma anche degli altri gruppi femminili dei partiti aderenti al CLN, che riuscirono a ottenere l’elettorato attivo e passivo (cioè la possibilità di candidarsi e di essere elette) che in un primo momento, si disse per un errore, era stato omesso dal decreto ministeriale del governo Bonomi nel febbraio 1945.

All’Assemblea Costituente furono ventuno le parlamentari elette: le “Madri Costituenti”. Nove provenivano dalla DC, nove dal PCI, due dallo PSIUP ed una dal partito dell’Uomo Qualunque. Cinque di loro sarebbero entrate nella “Commissione dei 75”, incaricata di scrivere la Carta costituzionale. Maria Federici, Angela Gotelli (della DC), Tina Merlin (dello PSIUP), Teresa Noce e Nilde Jotti (del PCI).

Infine, ricordiamo tra le “Madri costituenti” Teresa Mattei, instancabile attivista per la democrazia fino alla fine della sua vita, per il suo rapporto con la città di Como. Negli anni 60 diede vita alla Cooperativa MonteOlimpino un’associazione che si occupava di bambini con problemi di disabilità. Inoltre sempre a Cardina, sopra MonteOlimpino, con Marcello Piccardo e Bruno Munari diede vita al “Cinema dei bambini” realizzando diversi film alcuni dei quali furono presentati alla biennale del Cinema di Venezia nel 1968.

Purtroppo, questa ricorrenza si svolge all’indomani della scomparsa di Carlo Smuraglia presidente emerito dell’ANPI che ricordiamo con commozione e partecipazione.

Carlo Smuraglia fu un Partigiano combattente, volontario nel Corpo Italiano di Liberazione fino alla fine della guerra. Fu Avvocato, e professore ordinario di diritto del lavoro, insegnando all’Università Statale di Milano. È stato consigliere regionale in Lombardia per il PCI dal 1970 al 1985 ed eletto senatore per tre legislature con i Democratici di Sinistra.

Ha fatto parte del CSM e fu commissario per l’accusa nel processo “Lockheed”, davanti alla Corte Costituzionale. Ha esercitato per molti anni, la professione di avvocato, (fu il legale della famiglia Pinelli), occupandosi anche di processi in materia di sicurezza e igiene del lavoro, nonché di alcuni significativi processi politici, fra i quali, a Pisa, un procedimento in Corte d’Assise nei confronti di un gruppo di partigiani che furono tutti assolti. Nel 1980 è stato insignito dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini della onorificenza di “Cavaliere di Gran Croce al merito della Repubblica italiana”. Dal 2011 per sei anni è stato Presidente dell’ANPI Nazionale, in seguito è stato poi eletto per acclamazione, anche all’ultimo congresso di marzo, Presidente emerito dell’Associazione.

Infine ricordiamo le parole di Smuraglia per lo scorso 25 aprile. Addolorato perché per la prima volta non era riuscito a partecipare alla manifestazione aveva inviato un messaggio che così terminava: “auguro a tutti i partecipanti un futuro di giustizia, equità e di pace”.

Renato Tettamanti

vicepresidente Anpi sezione di Como “Perugino Perugini”