
Gianni Colombo e il Monumento alla Resistenza Europea
Como
Spazio Natta via Natta 18
atrio Confindustria Como, Via Raimondi 1
24 aprile – 2 giugno 2025
Il 25 Aprile 2025 ricorre l’80mo Anniversario della Liberazione dal nazifascismo (1945-2025).
Il Comitato per le celebrazioni dell’80mo Anniversario della Liberazione, tra le tante iniziative, promuove l’importante mostra sul Monumento alla Resistenza europea di Como, organizzata dal Comune di Como Assessorato alla Cultura, dall’ANPI provinciale, dall’Istituto di Storia contemporanea “P.A. Perretta” e dalla Provincia di Como insieme all’Archivio Gianni Colombo di Milano, in cui verranno presentati i materiali originali che documentano la progettazione e la realizzazione del monumento, conservati presso l’Archivio stesso.
La mostra sarà visitabile dal 24 aprile al 2 giugno presso lo Spazio Natta, in via Natta 18 a Como, e presso l’atrio della sede di Confindustria Como, in via Raimondi 1 e sarà inaugurata giovedì 24 aprile alle 17.30.
La mostra è gratuita, resterà aperta dalle 10 alle 18 dal martedì alla domenica presso Spazio Natta e dal lunedì al venerdì presso Confindustria Como.
Cerchiamo volontari disposti a fare assistenza ai visitatori durante l’apertura della mostra. I volontari riceveranno adeguata formazione sulle opere esposte. Per le adesioni scrivere a: 80mo.liberazione.como@gmail.
La mostra è realizzata anche grazie al contributo di Fondazione Cariplo. Inoltre, vanta il patrocinio della Camera di Commercio di Como e Lecco, della Provincia di Como, di Confindustria Como, e il sostegno di Coop Lombardia. Grazie al coordinamento del Comitato per le celebrazioni dell’80mo della Liberazione la mostra si avvale anche del supporto dei Comuni della Provincia di Como che hanno aderito alle iniziative, insieme a Camera del Lavoro territoriale di Como, Spi Cgil Como, Acli Como, Confcooperative Como, Confesercenti Como, Confcommercio Como, Associazione Compagnia delle Opere di Como, Banca Popolare di Sondrio, Cna del Lario e della Brianza, Confartigianato Como, oltre a contributi individuali di associazioni, sindacati e partiti, e della collaborazione di Ufficio scolastico Provinciale di Como, Teatro Sociale, Arci Xanadù e Arci Como, Conservatorio di Como, Cinema Astra di Como.
Con l’esposizione si intende valorizzare uno dei più importanti monumenti “recenti” del territorio comasco (che verrà inserito anche tra le opere riconosciute dall’Unesco) e contribuire all’affermazione dei valori ideali che vi si rappresentano. Memoria e ammonimento: memoria delle sofferenze e dei tormenti patiti dai partigiani e dai deportati nei campi di concentramento e sterminio; ammonimento perché quanto accaduto non debba tornare.
La sezione allestita nello Spazio Natta, a cura di Marco Scotini – direttore scientifico dell’Archivio Gianni Colombo – raccoglie molti materiali originali relativi al Monumento (documenti, disegni progettuali, foto) oltre a presentare l’opera praticabile Bariestesia del 1975, assieme ad una serie di modellini in scala dei due progetti proposti da Colombo e alcune grafiche tratte dalle forme del Monumento.
Realizzato nel 1983 presso l’area dei giardini lungo la riva del lago, il Monumento alla Resistenza Europea solo nel 1979 viene formalmente affidato a Gianni Colombo, selezionato da una rosa di esperti del calibro di Carlo Bertelli, Vittorio Gregotti, Pierre Restany, Gillo Dorfles e Maurizio Calvesi. La posta in gioco per Colombo è molto alta perché, a detta di Bertelli, “nessun artista ambientale aveva fino allora eseguito un’opera pubblica e permanente e in un luogo così significativo. Nessuno in Lombardia, nessuno fuori dal recinto d’un museo, d’una galleria, d’una collezione”.
Sono gli anni in cui Colombo, con il proprio lavoro, sembra accantonare il concetto di elasticità in favore delle sfide a quello di gravità. Oltre a investire più direttamente l’immaginario architettonico, con la messa in scena di colonne, archi, scale, porte: elementi isolati e strutture alterate, a partire dalla costante comune del piano inclinato. Per il progetto del monumento di Como, Colombo scarta l’idea di un oggetto da contemplare (secondo un’idea ancora modernista), preferendo intervenire attraverso un tragitto destabilizzante da percorrere. Quello che nella prima proposta progettuale appare come un lungo itinerario sulla superficie dell’acqua che occupa lo spazio longitudinale dell’antica diga foranea, nel secondo e definitivo progetto si mostra come un percorso franto, ad accessi multipli e convergenti (tre rampe di scale), collocato lungo la riva del lago.
Se è vero, come afferma Colombo, che l’innalzamento verso il centro dell’intera struttura dovrebbe suggerire l’idea di un sollevamento di massa, è ancora Colombo a fornirci un’idea della planimetria come messa in atto di un luogo di incontro collettivo, predisposto al dialogo: come se si trattasse di una potenziale assemblea, disposta circolarmente. Le lettere dei condannati a morte della Seconda guerra mondiale, incise su lastre di metallo e tratte dalla nota edizione einaudiana del 1954, sono il cuore nevralgico dell’architettura che diventa il supporto stesso per la lettura. Qualcosa che spazializza e temporalizza le voci dei caduti, coerentemente con il tipo di lettura di un testo nel tempo – dice Colombo. Le lettere di addio rappresentano un documento all’interno del monumento.
A differenza di tutte le altre opere di Colombo (dalle strutturazioni cinetiche ai suoi ambienti) – caratterizzate da un movimento continuo e infinito – il Monumento alla Resistenza Europea ci espone all’esperienza sensoriale di un movimento interrotto, sospeso. Non rappresenta il tema della Resistenza in una immagine, non la racconta come un fatto o un argomento ma crea per il visitatore le condizioni per cui possa darsi una percezione conflittuale del tempo. In questo senso è possibile parlarne come di una decostruzione dell’idea di monumento o, meglio, come contributo fondamentale a quella tendenza alla contro-monumentalità che è oggi un argomento di discussione fondamentale rispetto alle forme di memoria collettiva.
Nello spazio di Confindustria, su appositi pannelli, è illustrata la documentazione delle varie iniziative che a partire dai giorni della Liberazione sono state dedicate, dalla città di Como, al ricordo della Resistenza, fino all’inaugurazione del Monumento alla Resistenza europea nel 1983. Inoltre ampio risalto sarà dato alla ricostruzione delle attività promosse dalla città di Como, in ambito locale e internazionale, per l’affermazione dei valori espressi nel Monumento, a partire dai temi della Pace e del disarmo dalle armi nucleari. Sono ricostruiti e documentati momenti significativi di questa attività quali ad esempio: l’adesione di Como al programma proposto dalla città di Hiroshima e Nagasaki per “promuovere la solidarietà delle città per la Pace e la totale abolizione delle armi nucleari”; l’organizzazione della 1ª conferenza dei Sindaci d’Europa, tenuta nell’aprile del 1986 Villa Olmo; la 2ª conferenza dell’esecutivo mondiale dei Sindaci per la Pace che si tenne sempre a Villa Olmo nell’aprile 1988; il conferimento nell’agosto 1987 da parte dell’ONU alla Città di Como dell’onorificenza di Città messaggera di Pace e le diverse iniziative che diverse amministrazioni della città , fino ai nostri giorni, hanno promosso nel campo della Pace e della solidarietà internazionale.
All’interno delle celebrazioni per l’80 della Liberazione, sono previsti anche altri eventi collaterali alla mostra; primo su tutti, sabato 10 maggio p.v. si svolgerà una conferenza presso la Biblioteca di Como (piazzetta Venosto Lucati 1) sul tema: Europa, europeismo e Resistenza. Relatori saranno gli storici della resistenza Mirco Carrattieri e Laura Bordoni. Parteciperà inoltre Alberto Castelli, prof. di Storia all’Università dell’Insubria. Roberta Cairoli, direttrice dell’Istituto di Storia contemporanea P. A. Perretta, coordinerà la conferenza.
Per contribuire alla copertura delle spese della mostra è aperto un conto corrente del Comitato presso la sede di Como della Banca Popolare di Sondrio. Codice IBAN è IT53S0569610900000016896X48.