Scioperi di marzo 1944: anche a Como operaie e operai pagarono a caro prezzo il loro coraggio contro i nazifascisti

Lo sciopero generale attuato nel Nord Italia dall’1 all’8 marzo 1944 costituì l’atto conclusivo di una serie di agitazioni cominciate, in forme e modalità diverse, già nel settembre 1943, all’indomani della costituzione della Repubblica Sociale Italiana e dell’occupazione tedesca, e sviluppatesi soprattutto nei mesi di novembre e dicembre.

Anche a Como, il 6 marzo 1944, alla Tintoria Comense e Castagna suonarono alle 10 del mattino le sirene dell’inizio dello sciopero e i lavoratori incrociarono le braccia contro i nazifascisti e contro la guerra. Questo gesto di grande coraggio venne pagato a caro prezzo, con la repressione e con la deportazione.

Arrestati nella notte, coloro che furono ritenuti gli organizzatori dello sciopero vennero percossi perchè parlassero, quindi vennero detenuti a Sesto S.Giovanni e, dopo pochi giorni, deportati nei lager nazisti.

Morirono a Mauthausen: Carbonoli Antonio, Gatti Ariodante, Rodiani Giuseppe della Castagna, Fontana Rinaldo, Meroni Angelo e Scovacricchi Pietro della Tintoria Comense.

Tornarono invece Giuseppe Malacrida (in fin di vita, morirà pochi mesi dopo), e le due operaie arrestate, Ada Borgomainerio e Ines Figini.