Pubblichiamo un estratto dell’intervento di Tommaso Fasola, nipote del partigiano Ugo Fasola, durante la commemorazione tenuta a Lipomo oggi 15 ottobre:
Buongiorno a tutti e tutte
anzitutto ci tengo a portare i ringraziamenti miei e della mia famiglia all’Amministrazione Comunale, a chi interverrà dopo di me e, in particolare, alla Sezione di Como dell’Anpi, per la vicinanza e il supporto che ha saputo dare l’anno scorso e quest’oggi.
Su mio nonno ci sarebbe molto da dire e da ricordare.
Partirei dal fatto che lui si è sempre considerato partigiano. Ne andava fiero, lo rivendicava. E questo suo orgoglio lo ha saputo trasmettere anche a noi in famiglia. Quando parlava del suo essere partigiano, ne parlava quasi sempre al presente, come di un qualcosa che non cambia, come di una scelta che una volta fatta rimane per sempre, per tutta la vita.
Mio nonno è diventato partigiano al compimento dei 18 anni, col nome di battaglia “Furio”. Si è unito alla 52esima Brigata Garibaldi, tra le cui fila c’erano anche altri giovani di Lipomo (tra i quali, Enrico Cantaluppi).
Spesso raccontava degli episodi. Chi lo ha conosciuto e ascoltato sa che ce n’erano alcuni che raccontava più spesso di altri, come quando ricordava l’episodio in cui da disarmato si era trovato faccia a faccia con un fascista che aveva sparato una raffica per ucciderlo.
Quando rievocava le azioni e i momenti più significativi, si animava: si alzava in piedi e mimava le azioni con passione.