Sabato 14 dicembre 2024, presso la sede in via Lissi 6 a Como (Rebbio) si terrà la giornata di apertura del tesseramento 2025. Dalle ore 10 alle 12 e dalle 14 alle 17 la sede sarà aperta e si potrà gustare anche un gustoso rinfresco. Nel pomeriggio si terrà la lettura pubblica di brani selezionati da alcune delle centinaia di libri tra saggi, narrativa, e riviste riferiti all’antifascismo, alla resistenza e al movimento operaio, anche nel comasco presenti nella biblioteca dell’ANPI provinciale. A questo LINK puoi trovare tutte le indicazioni per rinnovare l’adesione o iscriverti per la prima volta!
PERCHE’ RINNOVARE L’ISCRIZIONE ALL’ANPI Cara amica, caro amico, cara compagna, caro compagno, l’ANPI non è solo testimonianza e resistenza, ma è soprattutto memoria attiva: non solo la memoria di quello che è successo nei venti mesi di lotta partigiana contro il nazifascismo, dall’8 settembre al 25 aprile, ma anche la capacità di applicare, nella situazione attuale, quei valori e quei principi che all’epoca si sarebbero incarnati nella futura Costituzione. Questo è il rapporto fra presente, passato e futuro che noi abbiamo sempre davanti. In particolare in una realtà molto pericolosa come quella in cui ci troviamo, sia sul piano nazionale sia su quello internazionale.
Siamo oramai alla provocazione quotidiana di squadracce di teppisti neri contro la Resistenza e i partigiani. Dopo la vergognosa esibizione di CasaPound a Bologna, città della Resistenza già sfregiata dalla mostruosa strage fascista del 1980 alla stazione, ecco le minacce e gli insulti dei fascistoidi di Azione Frontale a Roma contro l’intitolazione di un parco alle staffette partigiane. Il tutto col beneplacito degli uomini di estrema destra nelle Istituzioni. L’Anpi non si fa certo intimidire dai loro disgustosi schiamazzi. Ma cosa aspetta il Governo a sciogliere CasaPound e i gruppetti di fascisti che scorrazzano praticamente indisturbati nel Paese? Il pacchetto di provvedimenti sulla sicurezza contenuti nel disegno di legge recentemente approvato dalla Camera e ora in discussione al Senato contrasta con i principi fondamentali dello stato di diritto e della Costituzione e propone un modello illiberale. Punisce il dissenso, colpisce il pacifico conflitto sociale, istiga all’odio, disegna una sorta di Stato penale che sostituisce lo Stato sociale. Si introducono nuovi reati, numerose aggravanti, aumenti di pena. Si criminalizzano persone immigrate, detenute, senzatetto, minoranze; si sanzionano manifestazioni e proteste pacifiche; si formalizzano divieti immotivati e crudeli; si penalizzano forme di lotta delle lavoratrici, dei lavoratori, degli ambientalisti; si ignorano totalmente –peraltro- comportamenti illegali, come l’evasione fiscale, e non c’è nulla sulla prevenzione degli incidenti sul lavoro. Si attacca la libertà delle persone e il diritto costituzionale a manifestare in forma non violenta. Tutto ciò, a fronte della drammatica situazione carceraria, della analoga situazione dei migranti in detenzione amministrativa, della cronica carenza abitativa per i ceti più poveri, della caduta verticale di tutele e di servizi sociali. Si contribuisce così a disegnare i tratti di uno Stato autoritario, discriminatorio e persecutorio.
La guerra è una follia, come è già dimostrato da due anni di sangue in Ucraina e dai massacri in corso in Medio Oriente. Davanti all’ininterrotto massacro di civili palestinesi, l’ANPI, con tante altre associazioni democratiche e antifasciste, ha chiesto e chiede al Governo italiano e alla UE, di comminare sanzioni al Governo israeliano e di interrompere qualsiasi invio di armi a Israele. Nessun nuovo ordine mondiale può venire da un’estensione delle guerre, perché sarebbero tutti sconfitti. Dobbiamo costruire la pace: sarà faticoso, lungo, difficile, ma non c’è altra via se si vuole arrivare a un nuovo ordine mondiale fondato sulla coesistenza, sul rispetto e sulla fraternità fra i popoli. È passato un secolo dall’assassinio fascista di Giacomo Matteotti, e pochi anni dalla scomparsa di una personalità di cui oggi non si parla più, perché fa comodo dimenticarla: Gino Strada. Facciamo nostre le sue parole: “la più aberrante in assoluto, diffusa e costante violazione dei diritti umani è la guerra, in tutte le sue forme. Cancellando il diritto di vivere, la guerra nega tutti i diritti umani”.
Per il nostro Paese è già scattato l’allarme democratico. Quando non si reca alle urne più del 50% degli elettori, si rileva la profonda sfiducia nei confronti delle istituzioni democratiche e si corre il rischio della rottura del patto sociale. Anche la legge sull’autonomia differenziata, che vorrebbe trasformare l’Italia in uno spezzatino, colpisce al cuore la Repubblica una e indivisibile. Cresceranno le differenze fra i territori della nostra Italia, i diritti dei cittadini saranno diversi a seconda delle regioni, si creeranno nuove diseguaglianze sociali ed economiche che danneggeranno tutto il Paese, si priverà ulteriormente di poteri il Parlamento. Tuttavia, possiamo dire fin da ora che la Corte costituzionale, pur dichiarando la costituzionalità della legge sull’autonomia differenziata, ne ha scardinato completamente l’impianto richiamando il principio di unitarietà della Repubblica e il dovere di solidarietà e sottolineando come non si possa prescindere dal ruolo del Parlamento quando si tratta dei diritti civili e sociali dei cittadini. L’ANPI ha avuto ragione nel contrastare la legge Calderoli in quanto contraria agli art. 2,3,5 della Costituzione e irrispettosa delle prerogative del Parlamento. Continueremo a difendere la Costituzione antifascista insieme con le associazioni, i sindacati, le forze politiche con cui abbiamo condiviso la raccolta di 1.300.000 firme per il referendum contro questa legge aberrante.
Per tutte queste ragioni, ti chiediamo anche per il 2025 di sottoscrivere la tessera all’ANPI e ti invitiamo a partecipare alle nostre iniziative.
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