Ci è giunta notizia che martedì 30 aprile si dovrebbe tenere anche a Como, così come ieri sera a Milano, l’ennesima lugubre parata organizzata dall’estrema destra che, strumentalizzando il tragico episodio in cui Sergio Ramelli perse la vita, con tutta probabilità si esibirà in una sfilata marziale, condita dal rito fascista del “presente”, con l’utilizzo ed esaltazione di simboli e slogan che si richiamano al fascismo, saluti romani compresi.
Uno sfregio alla Costituzione e alla Memoria della Resistenza e delle vittime del fascismo. Eppure continua a non essere vietato. Uno sfregio nello sfregio se pensiamo che Como città Messaggera di pace e sede del Monumento alla Resistenza europea debba subire questo oltraggio.
Se la pietà per i morti è legittima, ben altra cosa è utilizzare questo triste evento per trasformarlo in parata apologetica del regime fascista, che nulla ha a che fare con la pietà umana.
Facciamo appello alle Autorità competenti, affinché impediscano un tale scempio a pochi giorni dalla giornata della Liberazione, richiamando al preciso ruolo che loro è assegnato da una Costituzione profondamente e nettamente antifascista: la democrazia deve essere difesa e garantita, prima di tutto e soprattutto da parte delle Istituzioni, applicando le leggi che impediscono il riemergere di movimenti pericolosi, antidemocratici e apertamente neofascisti.
Rimarchiamo con forza per l’ennesima volta che chiunque pubblicamente esalti esponenti, princìpi, fatti o metodi del fascismo, oppure le sue finalità antidemocratiche deve essere perseguito per il reato di apologia di fascismo. Non lo diciamo solo noi. Lo dice chiaramente e nettamente la XII disposizione transitoria e finale della Costituzione e la Legge 645 del 1952 (c.d. Legge Scelba) che sanziona l’apologia del fascismo intesa quale esaltazione del regime fascista attraverso la celebrazione dei principi e delle figure che ne costituirono i punti di riferimento e la Legge 205 del 1993 (c.d. Legge Mancino), che condanna gesti, azioni e slogan discriminatori e violenti e vietano ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo avente tra i propri scopi l’incitamento alla discriminazione o alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
ANPI sezione di Como “Perugino Perugini”ANPI provinciale di Como